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Aumento INPS - azioni da intraprendere
Thread poster: Marie-Hélène Hayles
Marie-Hélène Hayles
Marie-Hélène Hayles  Identity Verified
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Jun 24, 2011

Rigiro da una lista. Il testo è stato preparato dalla collega Ornella Giacobone.

Qui sotto trovate:

1) un testo che ho preparato e che ciascuno di noi puo' inviare adattandolo come meglio crede alle proprie caratteristiche; forse e' anche meglio che i testi delle varie mail siano diversi tra loro, cosi' esprimeranno un'indignazione piu' variegata!

2) questo testo va mandato ai rappresentanti della CGIL in quanto il ns obiettivo e' far si' che la Consulta d
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Rigiro da una lista. Il testo è stato preparato dalla collega Ornella Giacobone.

Qui sotto trovate:

1) un testo che ho preparato e che ciascuno di noi puo' inviare adattandolo come meglio crede alle proprie caratteristiche; forse e' anche meglio che i testi delle varie mail siano diversi tra loro, cosi' esprimeranno un'indignazione piu' variegata!

2) questo testo va mandato ai rappresentanti della CGIL in quanto il ns obiettivo e' far si' che la Consulta delle Professioni della CGIL supporti la nostra causa; ci serve il supporto istituzionale e dato che la Consulta esiste da un bel po', chiediamo che si muova subito ed efficamente; gli indirizzi a cui mandare la mail sono segreteria.camusso@cgil.it - segreteria.barbi@cgil.it -
m.beschi@cgil.it - d.imola@cgil.it - marco.brigatti@cgil.lombardia.it - mario.esposti@cgil.lombardia.it - adriana.costa@cgil.lombardia.it - ivana.brunato@cgil.lombardia.it

3) sotto il mio testo vi ho incollato l'appello al governo da me citato; e' importante citarlo nel proprio messaggio, perche' e' un documento importante, ma non deve rimanere solo sulla carta, bisogna che ora vengano fatti dei "fatti"

4) lunedi/martedi procederemo con un ulteriore passo: mandare una mail simile a vari rappresentanti dell'opposizione che si occupano di lavoro e professioni, affinche' anche loro si facciano parte attiva e ci supportino

5) perche' procedere in questo modo (prima scrivere a CGIL, poi politici opposizione)? perche' dobbiamo procacciarci supporto; l'Italia e' in acque non felici e i ns soldi possono fare gola questa volta piu' che mai; al momento nessun rappresentante del governo ha fatto dichiarazioni
ufficiali in merito all'aumento, quindi non possiamo avviare proteste contro ignoti! invece dobbiamo cercare chi possa fare propria la ns causa, e non farci trovare impreparati nel momento in cui potrebbe essere confermata l'intenzione di aumento; la posta in gioco questa
volta e' enorme - 7%!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! dobbiamo mirare a ottenere dichiarazioni di sostegno della nostra posizione per poterle poi usare nel momento in cui scattasse la conferma dell'aumento;

6) ovviamente potete diffondere il testo a tutti i colleghi e le partite IVA che conoscete, dando ovviamente gli indirizzi a cui spedire la mail

7) possibilmente fatemi sapere se manderete la mail (mandatemi un messaggio "spedita a CGIL" a orngiaco@tin.it), e' importante "contarci" per poi far pesare l'impegno profuso dai traduttori e dagli interpreti in questa battaglia; la CGIL e' gia' rimasta piacevolmente sopresa dalla partecipazione dei trad/int all'indagine IRES, se vedranno che anche questa volta siamo tanti, inizieranno a credere al fatto che esistiamo, siamo numerosi e inc*****i neri!!!!

Ornella Giacobone

TESTO EMAIL DA SPEDIRE A RAPPRESENTANTI CGIL

Sono una traduttrice e in qualità di libera professionista senza ordine né albo, sono obbligatoriamente iscritta alla Gestione Separata dell'INPS. La stragrande maggioranza dei traduttori/interpreti opera da sempre quale libero professionista e come tale paga per intero
l'aliquota INPS; al committente è possibile, non obbligatorio, addebitare solo una rivalsa del 4%.
Apprendo dalla stampa che il Governo avrebbe l'intenzione di aumentare l'aliquota previdenziale della Gestione Separata dell'INPS dall'attuale 26,72% al 33,72%, ben 7 punti percentuali in più.
Tale aumento rientrerebbe nel quadro della prossima manovra da 40 miliardi di Euro. Ecco allora la conferma che la Gestione Separata dell'INPS non è un istituto previdenziale, bensì un istituto di
imposizione fiscale per fare cassa! 7 punti percentuali in più significano un'erosione del reddito di entità insostenibile in questo momento di grave crisi del lavoro in Italia (gli incarichi scarseggiano, le tariffe sono sempre più basse, i pagamenti sempre più lunghi).
7 punti percentuali in più sono l'ennesimo vergognoso salasso nei confronti di chi dopo 15 anni di versamenti alla Gestione Separata dell'INPS percepisce in media 110 Euro netti al mese. Sì, è questa la pensione di un traduttore!
7 punti percentuali in più, con tutte le dovute proporzioni, quali vantaggi ci darebbero, 130 Euro al mese invece di 110? E' da anni che chiediamo che la Gestione Separata dell'INPS venga
riformata e che al suo interno si distinguano due tipologie di contribuenti: i parasubordinati e i liberi professionisti senza ordine o albo, cioè le Partite IVA "vere" che prestano la loro opera alle imprese e alle istituzioni.
E' da anni che chiediamo che i coefficienti di trasformazione vengano modificati e livellati a quelli adottati per i lavoratori dipendenti, in quanto di fatto noi versiamo la stessa percentuale contributiva dei lavoratori dipendenti. Senza tale modifica i nostri versamenti varranno
sempre molto, ma molto meno di quelli dei lavoratori dipendenti e la nostra pensione sarà sempre molto, ma molto più bassa rispetto a quella di tali lavoratori.
L'Associazione Italiana Traduttori e Interpreti fa parte della Consulta delle Professioni della CGIL e oltre un anno fa ha sottoscritto, assieme alle altre associazioni aderenti, l'APPELLO AL GOVERNO E AI GRUPPI PARLAMENTARI Come riformare le Partite Iva e il lavoro professionale,
che contiene le rivendicazioni sopraccitate.
Le domande sono: a che punto siamo? La CGIL ha intenzione di essere anche il sindacato delle Partite IVA? La Consulta delle Professioni della CGIL ha intenzione di mobilitarsi contro l'aumento dell'aliquota della Gestione Separata INPS?
Occorre concertare un'azione, senza perdere tempo. Siamo stufi di essere "lavoratori abbandonati". Fra un po' diventeremo il "popolo verde".... bile, perché saremo - nel vero senso della parola - assolutamente al verde!

FINE MESSAGGIO DA INVIARE


ECCO L'APPELLO CITATO (NON incollarlo sotto il messaggio: ne dovrebbero essere a conoscenza)

APPELLO AL GOVERNO E AI GRUPPI PARLAMENTARI

Come riformare le Partite Iva e il lavoro professionale

Premessa:

Negli ultimi anni in quasi tutti i paesi dell'Unione Europea è aumentato considerevolmente il numero dei lavoratori autonomi e dei professionisti e, all'interno di questo ambito, sono cresciute a dismisura le prestazioni d'opera individuali con fenomeni preoccupanti di abuso.

Le partite Iva in Italia, secondo il Censis, sfiorano i 6 milioni di unità mentre i professionisti, che per oltre il 60% lavorano come dipendenti, sono suddivisi tra il 2.006.015 iscritti agli ordini e gli
oltre 3 milioni che esercitano attività professionali non regolamentate.
Sono giovani avvocati o praticanti, giovani architetti, informatici, consulenti, pubblicitari, ricercatori, designer, amministratori di condominio, ma anche consulenti aziendali, formatori, traduttori, guide turistiche, grafici, interpreti, bibliotecari, enologi, agenti e rappresentanti, tributaristi, archeologi, musicisti, redattori editoriali, restauratori, fumettisti...

La crescita delle partite Iva individuali, che in Italia assume dimensioni più rilevanti degli altri paesi europei, risponde a diverse logiche: all'avvento della società della conoscenza, a nuove richieste del mercato, all'evoluzione tecnologica, alle esigenze di specializzazione, alle dimensioni ridotte delle nostre imprese che richiedono all'esterno competenze tecniche e professionali.

Fattori che determinano sia condizioni imposte per lavorare, sia opzioni individuali come forma di auto impiego in assenza di altre possibilità, sia scelte professionali ponderate e conseguenti al percorso formativo ma esercitate in condizioni difficili sia dal punto di vista delle regole di mercato, sia per i redditi bassi, sia per l'assenza di tutele sociali.

Nel contempo, soprattutto nell'ambito della Gestione Separata, si è sviluppata una crescita di queste forme di lavoro sempre più dovuta anche alla scelta delle imprese di sostituire così il lavoro dipendente, sfruttando i costi più bassi, la mancanza di tutele e l'assenza di vincoli che le normative vigenti rendono possibile.

La crisi e la mancata riforma degli ammortizzatori sociali evidenzia l'inadeguatezza delle tutele del lavoro intellettuale moderno che, paradossalmente, convive con le forme arcaiche con le quali si è disciplinato il mondo delle professionisti fino ad ora. Tutto ciò mette in luce la necessità sia di nuove norme legislative sia di dare regolazione contrattuale a tutte le figure di ogni settore.

Bisogna cogliere l'occasione per affrontare in modo organico sia le necessità di ammodernamento del sistema, sia le necessità di tutela dei professionisti dipendenti e non. Ecco alcune proposte:
1) Ammodernamento dell'impianto delle professioni, introducendo un sistema duale ordini/associazioni che riporti gli ordini all'azione di controllo e tutela dei cittadini e lasciando alle associazioni di settore il compito della rappresentanza misurata con criteri che ne garantiscano l'effettiva rilevanza prevedendo un sistema di certificazione pubblica delle competenze per le professioni in campo sanitario e ad alto interesse pubblico come nel settore dei Beni Culturali.

Una riforma, inoltre, che dia riconoscimento professionale e adeguate misure di concorrenza e di garanzia verso i cittadini sul piano della qualità delle competenze possedute e agite dai singoli professionisti. Vanno adottate forme trasparenti di inserimento dei giovani nel mondo
professionistico a partire dall'abilitazione conseguita durante il percorso di studi, ma anche regolamentando contrattualmente il rapporto di praticantato e tirocinio.

2) Qualsiasi processo di riforma deve porsi un duplice obbiettivo. Evitare che si acuisca l'uso improprio dell'autonomia, sostitutivo di lavoro dipendente, superando l'attuale dumping attraverso la parificazione dei costi, a partire dall'aggancio ai compensi minimi dei CCNL di riferimento per i lavoratori dipendenti con analoga professionalità, come già previsto dall'art. 1, comma 772, della legge n. 296/2006 (legge finanziaria 2007).

Nel contempo occorre considerare il fenomeno del lavoro autonomo, vero nelle modalità professionali ma, con tratti più o meno vistosi di "debolezza contrattuale" e con esigenze di tutela specifica. In Italia, così come già fatto nel resto d'Europa, non è più rimandabile
l'approvazione di nuove regole, sull'esempio dello statuto del lavoro autonomo della Spagna, riconoscendo al lavoro autonomo e professionale, che abbia il 70% del suo fatturato con un unico committente o che abbia caratteristiche rientranti tra i contribuenti minimi (non avere mezzi
organizzati, non avere dipendenti o collaboratori, ecc.), adeguati diritti di sicurezza sociale in relazione a malattia, infortunio, gravidanza, disoccupazione. Sono eventi che colpiscono le persone e devono essere fronteggiati socialmente a prescindere dal carattere autonomo o subordinato del rapporto di lavoro.

3) Sul fisco non è sufficiente quanto oggi previsto dalla legge per i contribuenti minimi n. 244/07, art. 1, commi da 96 a 117. Pertanto, individuata la platea di lavoro professionale ed intellettuale da tutelare che sia priva di caratteristiche d'impresa, va esclusa dal pagamento dell'IRAP come già indicato dalla UE e dalla Corte di Cassazione Italiana.

4) Sull'esempio già sperimentato in numerosi Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, si valuti la possibilità di prevedere con la contrattazione collettiva nazionale, anche attraverso una legislazione di sostegno, la discussione di temi come l'adeguamento contrattuale rispetto al lavoro professionale subordinato sia sul versante retributivo che di quello dei riconoscimenti professionali e della formazione e che, fermo restando la lotta ad un utilizzo delle forme di
lavoro professionale non genuine anche con percorsi utili a definire eventuali modalità di transito fra autonomia e dipendenza, per chi adotta modalità di vero lavoro autonomo indichino:

- obbligo e contenuti del contratto scritto per tutti;

- compensi specifici adeguati alle singole professioni il cui costo complessivo non sia inferiore a quello dei lavoratori dipendenti di pari professionalità;

- la definizione di tempi certi di pagamento e di penali in caso di abuso;

- specifiche modalità di gestione del lavoro e di utilizzo dei tempi e degli strumenti aziendali;

- formazione continua e certificazione delle competenze acquisite sul lavoro;

- riconoscimenti professionali legati al raggiungimento di precisi obbiettivi.

5) L'assenza di redditi equi su questa fascia di lavoratori, assieme all'assenza di politiche di sostegno, non consente prospettive previdenziali dignitose scaricando sui singoli il peso dei costi
previdenziali e la debolezza o l'assenza delle protezioni sociali. In questo ambito occorrerà anche aprire una seria riflessione sulla riforma delle casse previdenziali dei professionisti e, in generale, sulla riforma della previdenza del lavoro autonomo e professionale per non
lasciare i giovani con un futuro previdenziale non dignitoso. Inoltre non è più rinviabile una rivisitazione dei coefficienti previdenziali, così come indicato nel protocollo sul welfare del 2007, e una completa totalizzazione dei contributi versati nelle diverse gestioni anche eliminando il requisito minimo dei tre anni di contribuzione.

In ragione della crisi economica e di tutti gli aspetti di criticità presenti nel sistema professionale pensiamo si possano prendere in considerazione, per le fasce più deboli iscritte alla gestione separata INPS, una dilazione dei pagamenti dei contributi dovuti confermando, tuttavia, l'accredito del montante contributivo dovuto tempo per tempo. Inoltre riteniamo che prima di considerare altri aumenti dei contributi previdenziali nella gestione separata INPS, ulteriori a quelli definiti dal protocollo del 2007, vadano affrontati i problemi di riforma generale delle professioni, di equità dei compensi e gli aspetti di debolezza e asimmetria fra le varie casse previdenziali.

Al fine di impedire l'improprio travaso dalle collaborazioni alle partite iva e, nel contempo, di alleggerire un costo che grava per l'intero sui lavoratori con P. Iva iscritti alla gestione separata,
proponiamo per gli stessi l'obbligatorietà della rivalsa previdenziale e l'innalzamento graduale della stessa ad un livello di contribuzione in linea con la ripartizione del costo contributivo che grava sui lavoratori parasubordinati, anch'essi iscritti alla gestione separata Inps, privi di altra copertura previdenziale e non pensionati.

6) L'emergenza dell'attuale crisi economica impone una riflessione su forme straordinarie di sostegno al reddito anche per i circa 300 mila professionisti e gli oltre 400 mila parasubordinati che stanno perdendo anche parzialmente il lavoro. E' però indispensabile cogliere l'occasione per progettare un sistema universale e moderno di protezione sociale e di valorizzazione di tutto il lavoro pensando a strumenti di tutela, a cui contribuiscano anche i professionisti, finalizzati al
perseguimento di politiche attive per il lavoro, il sostegno al reddito e all'occupazione, la formazione continua. E' possibile uno sforzo comune di imprese, sistema delle professioni, sindacato e governo per fronteggiare gli effetti della crisi anche per questi lavoratori e
progettare un nuovo sistema di regole nel lavoro e di protezione sociale più inclusivo e più moderno.

Dip. Politiche Economiche CGIL; COLAP (Coordinamento Libere Associazioni Professionali - 214 associazioni aderenti); Associazione Nazionale Giovani Architetti; Associazione 6°Piano (Avvocati Praticanti), ANA (Associazione Nazionale Archeologi); Agenquadri; Federconsumatori; IACS
(Italian Association of Conservation Scientists); CIA (Confederazione Italiana Archeologi); Re.re.pre (Rete Redattori Precari); Gruppo Best Before; Ass. Koinè (Laureati e laureandi Un. Sapienza); H2, soluzioni per il mondo che verrà(Associazione Giovani Professionisti); GD
Federazione di Roma; SILF (Sindacato Italiano Lavoratori del Fumetto); SAI (Sindacato Attori Italiano); SIAM (Sindacato Italiano Artisti della Musica); SNS (Sindacato Nazionale Scrittori); Federazione Nazionale Giovani Democratici; ASSI (Associazione delle Scuole Shiatsu Italiane);
A.CS.I.; ANGPI (Associazione Nazionale dei Giornalisti Pubblicisti Italiani); Gruppo Pubblicisti Unitari di Stampa Romana; Associazione Watsu Italia; GUS Nazionale; Anonima Fumetti (associazione di professionisti del fumetto); IAS (Interassociazione Arti per la Salute);
Studenti Democratici di Roma (Sapienza, Roma3, Tor Vergata, Luiss); AIB (Associazione Italiana Biblioteche) AIFEP(Associazione Bioterapeuti Europei); ANITI (Associazione Nazionale Italiana Traduttori e Interpreti); Associazione WABA Italia; AIAS (Associazione italiana fra gli addetti alla sicurezza); ANIASPER (associazione nazionale fra ingegneri, archeologi e architetti specialisti per il restauro dei monumenti) AITI (Associazione Italiana Traduttori e Interpreti).
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Sally Winch
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mah! Jun 24, 2011

Sinceramente mi sono un po' addormentata a leggere questa lunghissima proposta. E mi stupisco che non si menziona nemmeno il fatto che è indecente applicare circa 56-57% di tasse a gente che guadagna meno di 70mila euro, lascia stare 30mila...

Tutti questi requisiti li vedo difficilmente applicabili / sanzionabili in un mercato basato sulla concorrenza.

Piuttosto bisognerebbe applicare una sistema anglosassone con 10mila euro non soggetto a IRPEF, e INPS ridotto.
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Sinceramente mi sono un po' addormentata a leggere questa lunghissima proposta. E mi stupisco che non si menziona nemmeno il fatto che è indecente applicare circa 56-57% di tasse a gente che guadagna meno di 70mila euro, lascia stare 30mila...

Tutti questi requisiti li vedo difficilmente applicabili / sanzionabili in un mercato basato sulla concorrenza.

Piuttosto bisognerebbe applicare una sistema anglosassone con 10mila euro non soggetto a IRPEF, e INPS ridotto. Il governo dovrebbe applicare più tasse a chi guadagna di più, non strozzare le gente in basso.

Io personalmente mi rifiuto di pagare una cosa del genere. Per fortuna la traduzione è un lavoro 'mobile'. Il governo vedrà ancora una volta una 'brain drain' avendo ancora una volta reso impossibile la vita ai suoi cittadini.

E' semplicemente pazzia.
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Manuela Dal Castello
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proclami Jun 24, 2011

"Non metteremo le mani nelle tasche degli italiani", mi pareva di aver sentito, o sbaglio?

Opponiamoci in tutti i modi. Purtroppo ho la sensazione che il passato scongiurato aumento sia stato appunto messo da parte, ma che fosse un passo (parziale) verso un aumento ben più cospicuo della percentuale che continua... ha saltato un gradino, ora ne fa due in una volta.

Manuela


 
Manuela Dal Castello
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Critica Jun 24, 2011

Sally Winch wrote:

Sinceramente mi sono un po' addormentata a leggere questa lunghissima proposta. E mi stupisco che non si menziona nemmeno il fatto che è indecente applicare circa 56-57% di tasse a gente che guadagna meno di 70mila euro, lascia stare 30mila...

Tutti questi requisiti li vedo difficilmente applicabili / sanzionabili in un mercato basato sulla concorrenza.

Piuttosto bisognerebbe applicare una sistema anglosassone con 10mila euro non soggetto a IRPEF, e INPS ridotto. Il governo dovrebbe applicare più tasse a chi guadagna di più, non strozzare le gente in basso.

Io personalmente mi rifiuto di pagare una cosa del genere. Per fortuna la traduzione è un lavoro 'mobile'. Il governo vedrà ancora una volta una 'brain drain' avendo ancora una volta reso impossibile la vita ai suoi cittadini.

E' semplicemente pazzia.



Secondo me si tratta di una lettera ben fatta, appunto perché non si accontenta di dire "non siamo d'accordo" ma argomenta, se ce n'è bisogno, la questione.
Ma in che modo puoi rifiutarti di pagarla?
Secondo me le alternative sono:
- evasione fiscale (a cui sono contraria per principio)
- spostamento del domicilio fiscale da un'altra parte (non percorribile per tutti, oltretutto non risolve IL problema ma lo risolve solo per una persona)
-... o fai in modo che la proposta non passi.

Hasta la victoria siempre
Manuela


 
Grazia Mangione
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Lotta dura, senza paura! Jun 24, 2011

Sono d'accordo con tutto quanto scritto da Manuela.
Dobbiamo batterci perché questo è strozzinaggio. NON PUO' PASSARE!

Un caro saluto a tutt*!


 
Sally Winch
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Soluzioni Jun 25, 2011

Avete ragione - le soluzioni sembrano poche - evasione o andarsene.

Anche se ci sarebbe anche l'uso della Ritenuta d'acconto solo per prestazioni occasionali, che avrebbe un tetto di 5000 euro annui per cliente. Non so cosa succederebbe con l'INPS. Come inglese non ho gli stessi diritti dei cittadini italiani (diversamente degli italiani in Inghilterra). Devo infatti provare che mi mantengo (quindi ho partita IVA) ogni anno per poter ri-registrarmi ogni anni con il medico.
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Avete ragione - le soluzioni sembrano poche - evasione o andarsene.

Anche se ci sarebbe anche l'uso della Ritenuta d'acconto solo per prestazioni occasionali, che avrebbe un tetto di 5000 euro annui per cliente. Non so cosa succederebbe con l'INPS. Come inglese non ho gli stessi diritti dei cittadini italiani (diversamente degli italiani in Inghilterra). Devo infatti provare che mi mantengo (quindi ho partita IVA) ogni anno per poter ri-registrarmi ogni anni con il medico.

Oppure costituire una sas con due soci, di cui uno non sarebbe soggetto all'INPS.

Se si è sposati per l'INPS penso che si possa usufruire ancora dei contributi del marito (non ne sono sicura).

Un'altra soluzione è cambiare lavoro - una cosa che sto esaminando.

Io dico che non posso andare avanti perché proprio non posso guadagnare l'equivalente di 27mila sterline all'anno (in Inghilterra porterei a casa 1650 sterline, o 1900 euro) e invece essere ridotta a mille euro mensili. Mille euro nette le portavo a casa come dipendente 9 anni fa lavorando dalle 9 alle 14. Per due motivi non posso - il primo che non arrivo a fine mese, e il secondo che perderei la voglia di vivere. Non vedrei più mio papà né mia figlia in Inghilterra, e non andrei mai via. Viene da dire tanto vale andare in carcere per evasione!

Ancora una volta l'Italia dimostra il bisogno della famiglia come sostegno sociale, che il governo ha perso ogni contatto con la vita reale, e quanta passività c'è nel non protestare nel modo più forte una situazione veramente vergognosa. Per me non si possono nemmeno ragionare con questa gente - perdonatemi ma sono indignata.
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Domenico Gambardella
Domenico Gambardella  Identity Verified
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sottoscrivo Jun 26, 2011

Sally Winch wrote:

Avete ragione - le soluzioni sembrano poche - evasione o andarsene.

Anche se ci sarebbe anche l'uso della Ritenuta d'acconto solo per prestazioni occasionali, che avrebbe un tetto di 5000 euro annui per cliente. Non so cosa succederebbe con l'INPS. Come inglese non ho gli stessi diritti dei cittadini italiani (diversamente degli italiani in Inghilterra). Devo infatti provare che mi mantengo (quindi ho partita IVA) ogni anno per poter ri-registrarmi ogni anni con il medico.

Oppure costituire una sas con due soci, di cui uno non sarebbe soggetto all'INPS.

Se si è sposati per l'INPS penso che si possa usufruire ancora dei contributi del marito (non ne sono sicura).

Un'altra soluzione è cambiare lavoro - una cosa che sto esaminando.

Io dico che non posso andare avanti perché proprio non posso guadagnare l'equivalente di 27mila sterline all'anno (in Inghilterra porterei a casa 1650 sterline, o 1900 euro) e invece essere ridotta a mille euro mensili. Mille euro nette le portavo a casa come dipendente 9 anni fa lavorando dalle 9 alle 14. Per due motivi non posso - il primo che non arrivo a fine mese, e il secondo che perderei la voglia di vivere. Non vedrei più mio papà né mia figlia in Inghilterra, e non andrei mai via. Viene da dire tanto vale andare in carcere per evasione!

Ancora una volta l'Italia dimostra il bisogno della famiglia come sostegno sociale, che il governo ha perso ogni contatto con la vita reale, e quanta passività c'è nel non protestare nel modo più forte una situazione veramente vergognosa. Per me non si possono nemmeno ragionare con questa gente - perdonatemi ma sono indignata.

Non c'è bisogno di aggiungere altro.


 
Vania Dionisi
Vania Dionisi  Identity Verified
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Sì, ok, avete ragione in pieno Jun 26, 2011

Domenico Gambardella wrote:

Sally Winch wrote:

Avete ragione - le soluzioni sembrano poche - evasione o andarsene.

Anche se ci sarebbe anche l'uso della Ritenuta d'acconto solo per prestazioni occasionali, che avrebbe un tetto di 5000 euro annui per cliente. Non so cosa succederebbe con l'INPS. Come inglese non ho gli stessi diritti dei cittadini italiani (diversamente degli italiani in Inghilterra). Devo infatti provare che mi mantengo (quindi ho partita IVA) ogni anno per poter ri-registrarmi ogni anni con il medico.

Oppure costituire una sas con due soci, di cui uno non sarebbe soggetto all'INPS.

Se si è sposati per l'INPS penso che si possa usufruire ancora dei contributi del marito (non ne sono sicura).

Un'altra soluzione è cambiare lavoro - una cosa che sto esaminando.

Io dico che non posso andare avanti perché proprio non posso guadagnare l'equivalente di 27mila sterline all'anno (in Inghilterra porterei a casa 1650 sterline, o 1900 euro) e invece essere ridotta a mille euro mensili. Mille euro nette le portavo a casa come dipendente 9 anni fa lavorando dalle 9 alle 14. Per due motivi non posso - il primo che non arrivo a fine mese, e il secondo che perderei la voglia di vivere. Non vedrei più mio papà né mia figlia in Inghilterra, e non andrei mai via. Viene da dire tanto vale andare in carcere per evasione!

Ancora una volta l'Italia dimostra il bisogno della famiglia come sostegno sociale, che il governo ha perso ogni contatto con la vita reale, e quanta passività c'è nel non protestare nel modo più forte una situazione veramente vergognosa. Per me non si possono nemmeno ragionare con questa gente - perdonatemi ma sono indignata.

Non c'è bisogno di aggiungere altro.


Ma allora non vogliamo fare nulla? Neanche provarci? Neanche almeno esprimere la nostra indignazione, cercando alleanze tra coloro che possono farsi nostri portavoce?
Decidiamo di darci in massa all'evasione? Oddio, potrebbe essere una forma di protesta anche quella, ma allora andrebbe organizzata in tal senso.
Il nostro sistema fiscale è tarato proprio sull'idea che tanto chi è autonomo evade quindi il poco che dichiara meglio tassarglielo a sangue. Non sarebbe ora di finirla e di pensare che si può essere cittadini responsabili e non i soliti cialtroni che vedono lo stato come il nemico n. 1 (ok, questo anche per retaggio storico, lo ammetto)?


 
Daniele Vasta
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avete proprio ragione Jun 26, 2011

Sono 2 le cose: o andarsene o fare evasione in massa. Ma la cosa andrebbe pianificata correttamente con l'aiuto di qualcuno molto compentente. In Italia o sei onesto e diventi povero e tartassato dallo stato, oppure sei disonesto, ricco e magari ti becchi anche la pensione sociale!!

 
alessandra nespoli
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assolutamente d'accordo Jun 26, 2011

Vania Dionisi wrote:

Non sarebbe ora di finirla e di pensare che si può essere cittadini responsabili e non i soliti cialtroni che vedono lo stato come il nemico n. 1 (ok, questo anche per retaggio storico, lo ammetto)?


Quoto al 100%.


 
Angie Garbarino
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Sarebbe ora sì Jun 26, 2011

A_Nespoli wrote:

Vania Dionisi wrote:

Non sarebbe ora di finirla e di pensare che si può essere cittadini responsabili e non i soliti cialtroni che vedono lo stato come il nemico n. 1 (ok, questo anche per retaggio storico, lo ammetto)?


Quoto al 100%.


Ma non credo sia fattibile, almeno per i prossimi venti, trenta anni, esatto retaggio storico e suffragato anche da fatti e avvenimenti pagati di persona non proprio tanto storici.

Comunque sono d'accordo che la lotta in questo caso va fatta a prescindere, soprattutto in un paese democratico.
Potrebbe anche servire e come si dice tentar non nuoce.

Seppur decisa a lasciare il paese appena la situazione famigliare me lo permetterà, invierò l'email.

Buona domenica


 
sailingshoes
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Brava Sally Jun 26, 2011

Hai al 100% ragione. Non ne posso più di pagare il pizzo dell'INPS.

 
sailingshoes
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Ironico Jun 26, 2011

Mi sembra strano che i nostri leader e certi esperti continuano a dirci che l'Italia ha superato la crisi con successo, che i conti sono in ordine, quando lo stato impone un rigore ai cittadini che è molto più pesante di quello sofferto da altri che vivono inpaesi che hanno fatto bancarotta. Cioè si vive molto peggio quà che in altri paesi 'meno fortunati'.

I sentimenti espressi da Sally sono quei espressi anche da una parlamentare greca questa mattina in una intervista con la B
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Mi sembra strano che i nostri leader e certi esperti continuano a dirci che l'Italia ha superato la crisi con successo, che i conti sono in ordine, quando lo stato impone un rigore ai cittadini che è molto più pesante di quello sofferto da altri che vivono inpaesi che hanno fatto bancarotta. Cioè si vive molto peggio quà che in altri paesi 'meno fortunati'.

I sentimenti espressi da Sally sono quei espressi anche da una parlamentare greca questa mattina in una intervista con la BBC. No si può pensare in termini di futuro. Non c'è futuro.
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Mariella Bonelli
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Sistema fiscale tarato proprio sull'idea... Jun 26, 2011

Vania Dionisi wrote:
Il nostro sistema fiscale è tarato proprio sull'idea che tanto chi è autonomo evade quindi il poco che dichiara meglio tassarglielo a sangue.


Condivido le vostre riflessioni e preoccupazioni. Mi sono soffermata in particolare su questa affermazione di Vania. Secondo voi davvero è così? A me pare che i dipendenti non se la passino meglio a giudicare dalle detrazioni in busta paga. Penso che anche loro avrebbero motivo di indignarsi. O mi sfugge qualcosa?

PS Chiedo scusa per la svista ("lavoratori autonomi" anziché "dipendenti"). Ora ho corretto.

[Edited at 2011-06-26 19:48 GMT]


 
Vania Dionisi
Vania Dionisi  Identity Verified
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citazione Jun 26, 2011

Mariella Bonelli wrote:

Vania Dionisi wrote:
Il nostro sistema fiscale è tarato proprio sull'idea che tanto chi è autonomo evade quindi il poco che dichiara meglio tassarglielo a sangue.


Condivido le vostre riflessioni e preoccupazioni. Mi sono soffermata in particolare su questa affermazione di Vania. Secondo voi davvero è così? A me pare che i dipendenti non se la passino meglio a giudicare dalle detrazioni in busta paga. Penso che anche loro avrebbero motivo di indignarsi. O mi sfugge qualcosa?

PS Chiedo scusa per la svista ("lavoratori autonomi" anziché "dipendenti"). Ora ho corretto.

[Edited at 2011-06-26 19:48 GMT]


Cara Mariella ma anche cari tutti,

Sono indubbiamente d'accordo con te, ma ti dirò che io non ho fatto altro che citare a braccio l'esponente di un precedente governo (inverno 2005/2006, ricordo perfettamente l'anno perché avevamo appena cambiato casa) che purtoppo non rammento più chi fosse.

Situazione: assegno di aiuto una tantum alle famiglie in difficoltà (non ricordo nemmeno il nome che veniva dato a questo assegno).
Giornalista: perché le famiglie in difficoltà con reddito proveniente da lavoro autonomo non hanno diritto all'aiuto?
Illuminato politico: perchè i lavoratori autonomi ci pensano già da soli a darselo, l'aiuto (sghignazzo).

Per me questa è istigazione all'evasione, e non dobbiamo poi stupirci se l'evasione è lo spport nazionale, molto, molto più praticato del calcio.


 
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