Accusato ingiustamente di omicidio - per traduzione errata! Thread poster: Cristina Bufi Poecksteiner, M.A.
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Gentili colleghi,
Vorrei proporre questo articolo di riflessione sull'importante ruolo dei traduttori e sulle conseguenze di traduzioni errate. Visto che, leggendo i vari interventi nei forum, vedo che alcuni decidono di improvvisarsi traduttori, altri passano il tempo lagnandosi delle tariffe altrui o chiedono se convenga iscriversi alla lista dei periti della Camera di Commercio o del tribunale. Al di là delle scelte individuali, si tratta di una professione carica di responsabil... See more Gentili colleghi,
Vorrei proporre questo articolo di riflessione sull'importante ruolo dei traduttori e sulle conseguenze di traduzioni errate. Visto che, leggendo i vari interventi nei forum, vedo che alcuni decidono di improvvisarsi traduttori, altri passano il tempo lagnandosi delle tariffe altrui o chiedono se convenga iscriversi alla lista dei periti della Camera di Commercio o del tribunale. Al di là delle scelte individuali, si tratta di una professione carica di responsabilità!
Un muratore marocchino che lavora a ###, è stato sospettato di aver assassinato ###, la ragazza scomparsa da alcuni giorni; sospettato ingiustamente e poi rilasciato in base alla traduzione sbagliata di una sua frase in arabo detta al telefono.
"La lingua regge il mondo, nel suo potere di comunicare, informare, plasmare e talora plagiare gli animi":
###, il manovale accusato ingiustamente, ha rischiato una sorte terribile per una traduzione sbagliata. La lingua regge il mondo, nel suo potere di comunicare, informare, plasmare e talora plagiare gli animi. Determina la giustizia o l'ingiustizia, può far trionfare la verità o la menzogna, chiarire o avvelenare la vita. Se non si mette correttamente il soggetto al nominativo e il complemento oggetto all'accusativo ma si inverte la sintassi, non si capisce più chi ruba e chi è derubato, si mette in galera la vittima e si manda libero il colpevole. Una punteggiatura sbagliata o alterata può falsare e sconvolgere l'ordine delle cose.
"La conoscenza delle lingue - ovvero la possibilità di comunicare, capire, incontrarsi, difendersi, aiutare - e l'insegnamento reale delle lingue" in Italia":
Oggi è sempre più necessaria, nello scambio e nel contatto sempre più a gomito di genti e culture diverse, la conoscenza delle lingue ovvero la possibilità di comunicare, capire, incontrarsi, difendersi, aiutare. L'insegnamento reale delle lingue, così carente in Italia, dovrebbe essere una pietra angolare dell'istruzione, a tutti i livelli. Se il ministro dell'Istruzione - colpito da questo episodio che mostra come la conoscenza linguistica possa dannare o salvare una vita - recedesse dall'assurdo provvedimento che ha abolito i lettori di madre lingua straniera all'università, la vicenda di ### sarebbe stata, tra le tante altre cose, pure utile al nostro Paese.
Fonte: http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_08/brembate-ci-insegna-l-umana-civilta-claudio-magris_046dd934-029c-11e0-83ab-00144f02aabc.shtml ▲ Collapse | | | | Silvia Prendin Italy Local time: 17:41 Member (2009) English to Italian + ...
Non sono bene al corrente di come siano andate le cose. Sembra però che ben 7 professionisti (definiti "linguisti" dalla stampa) interpellati per tradurre la trascrizione telefonica abbiano fornito la medesima versione, quindi hanno in realtà reso tutti lo stesso significato. Pertanto pare che l'errore sia partito dalla trascrizione dell'intercettazione.
Posso presumere che la trascrizione sia stata fatta da persona di lingua materna araba.
Poi si possono fare tutte l... See more Non sono bene al corrente di come siano andate le cose. Sembra però che ben 7 professionisti (definiti "linguisti" dalla stampa) interpellati per tradurre la trascrizione telefonica abbiano fornito la medesima versione, quindi hanno in realtà reso tutti lo stesso significato. Pertanto pare che l'errore sia partito dalla trascrizione dell'intercettazione.
Posso presumere che la trascrizione sia stata fatta da persona di lingua materna araba.
Poi si possono fare tutte le disquisizioni possibili.
Mariella, il link non funziona. ▲ Collapse | | | Laura Gentili Italy Local time: 17:41 Member (2003) English to Italian + ... Un caso interessante | Dec 9, 2010 |
Sarebbe interessante capire come sia avvenuto l'errore. In Darija (il dialetto arabo parlato in Marocco) il verbo uccidere è qatal e questo verbo è lo stesso del cosiddetto Modern Standard Arabic (la koiné linguistica usata dai giornali, dalla televisione ecc.) che qualsiasi arabo colto conosce. Il verbo rispondere in Darija è jâwb, quindi una radice completamente diversa da qatal.
Laura | |
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Vincenzo Di Maso Portugal Local time: 16:41 Member (2009) English to Italian + ...
Laura Gentili wrote:
Sarebbe interessante capire come sia avvenuto l'errore. In Darija (il dialetto arabo parlato in Marocco) il verbo uccidere è qatal e questo verbo è lo stesso del cosiddetto Modern Standard Arabic (la koiné linguistica usata dai giornali, dalla televisione ecc.) che qualsiasi arabo colto conosce. Il verbo rispondere in Darija è jâwb, quindi una radice completamente diversa da qatal.
Laura
anche tu arabista
Infatti la tua osservazione è impeccabile. Anche io davvero non mi raccapezzo. Come variante per "uccidere" vi è dhabaj. Si riferisce più a massacrare. Si potrebbe pensare che il traduttore abbia confuso jâwb e dhabaj, ma credo che la mia sia un'ipotesi troppo assurda! Chissà, magari la frase era molto veloce... | | | aggiungo un tassellino | Dec 9, 2010 |
Vincenzo Di Maso wrote:
Infatti la tua osservazione è impeccabile. Anche io davvero non mi raccapezzo. Come variante per "uccidere" vi è dhabaj. Si riferisce più a massacrare. Si potrebbe pensare che il traduttore abbia confuso jâwb e dhabaj, ma credo che la mia sia un'ipotesi troppo assurda! Chissà, magari la frase era molto veloce...
Ciao Vincenzo, io ho ascoltato un audio dal Corriere della Sera due giorni fa... non della telefonata incriminata, quella non l'hanno diffusa, ma di un'interprete (non so chi fosse) che commentava il famigerato errore.
Suppongo che si trattasse di una persona abbastanza informata dei fatti, diceva che non si trattava di un ascolto "in diretta" (mi perdonino coloro che fanno questo lavoro se uso termini non corretti) ma di un riascolto, cioè con la possibilità di utilizzare le attrezzature della polizia e di riascoltare, rallentare l'audio ecc. Non si spiegava come un errore del genere potesse essere stato fatto, a meno che l'interprete... non fosse un madrelingua e non conoscesse nemmeno a sufficienza la variante dell'arabo parlata in Marocco.
Manuela | | | Errore di interpretazione: «Allah mi perdoni, non ho ucciso» = un'imprecazione? | Dec 9, 2010 |
Vincenzo Di Maso wrote:
Laura Gentili wrote:
Sarebbe interessante capire come sia avvenuto l'errore. In Darija (il dialetto arabo parlato in Marocco) il verbo uccidere è qatal e questo verbo è lo stesso del cosiddetto Modern Standard Arabic (la koiné linguistica usata dai giornali, dalla televisione ecc.) che qualsiasi arabo colto conosce. Il verbo rispondere in Darija è jâwb, quindi una radice completamente diversa da qatal.
Laura
anche tu arabista
Infatti la tua osservazione è impeccabile. Anche io davvero non mi raccapezzo. Come variante per "uccidere" vi è dhabaj. Si riferisce più a massacrare. Si potrebbe pensare che il traduttore abbia confuso jâwb e dhabaj, ma credo che la mia sia un'ipotesi troppo assurda! Chissà, magari la frase era molto veloce...
Secondo un giornalista si tratterebbe di un errore di interpretazione della frase «Allah mi perdoni, non ho ucciso», che potrebbe essere una semplice imprecazione:
In particolare, è stato riscontrato come fosse sbagliata la traduzione dell'intercettazione telefonica inizialmente intesa come: «Allah mi perdoni, non ho ucciso». In realtà, si trattava di una imprecazione perché l'interlocutore inizialmente non rispondeva al telefono. È stato anche sentito l'uomo a cui era destinata la telefonata il quale ha confermato il racconto del marocchino: gli era debitore di 2 mila euro e per questo Fikri l'aveva cercato.
LA TESTIMONIANZA - A convincere gli inquirenti dell'innocenza del giovane marocchino che originariamente era stata portato in carcere con l'accusa di sequestro di persona ed omicidio, è stata non solo l'ormai certa consapevolezza dell'errore di traduzione effettuato in sede di trascrizione delle intercettazioni, ma anche la testimonianza del suo datore di lavoro.
http://www.corriere.it/cronache/10_dicembre_07/yara-scarcerato-fikri_fd923f64-01e8-11e0-afab-00144f02aabc.shtml?fr=correlati | | | jane mg Italy Local time: 17:41 Italian to English + ... Grazie Cristina | Dec 10, 2010 |
per aver sollevato la questione - agghiacciante, davvero, e non e' la prima volta che capita. Qualche mese fa e' successo una cosa simile con una traduzione dal cinese all'italiano, a Prato o Firenze, non mi ricordo i dettagli. Sempre qualcuno che ha sofferto e rischiato grosso per l'incapacita' del traduttore/interprete di turno di dire semplicemente: Non lo so. Non sono in grado di farlo.
A me piace pensare che anche qui non si e' trattato affatto di un/a collega, ma dell'ennesimo... See more per aver sollevato la questione - agghiacciante, davvero, e non e' la prima volta che capita. Qualche mese fa e' successo una cosa simile con una traduzione dal cinese all'italiano, a Prato o Firenze, non mi ricordo i dettagli. Sempre qualcuno che ha sofferto e rischiato grosso per l'incapacita' del traduttore/interprete di turno di dire semplicemente: Non lo so. Non sono in grado di farlo.
A me piace pensare che anche qui non si e' trattato affatto di un/a collega, ma dell'ennesimo/a conoscente di qualche investigatore tirato dentro perche' ha fatto il linguistico/e' stato giu' in Marocco a lavorare per 6 mesi/ecc. ecc. Ma se cosi' fosse, esiste un gigantesco problema di mancanza di protocolli per la gestione delle prove linguistiche da ritenere attendibili in tribunale.
Stando a quanto riportato da Corriere delle Sera, lo scatto di civilta' in questo caso e' stato innanzitutto della pm che ha fatto fare una seconda e, presumo, facoltativa perizia da un linguista della sua fiducia. I cartelli "Fuori i marocchini dall'Italia" erano gia' comparsi, ma sono d'accordo con Magris che Brembate, anzi, l'Italia si e' dimostrato essere ancora un paese civile nonostante i cupi tempi che viviamo - per il fatto che non e' successo niente di peggio e perche' non sono ancora state censurate risposte all'evento come questa, dal blog di Daniele Luttazzi:
VIA TUTTI I MAROCCHINI DA BERGAMO
VIA TUTTE LE CUGINE DA AVETRANA
VIA TUTTE LE MAMME DA COGNE
VIA TUTTI I FIDANZATI DA GARLASCO
VIA TUTTI I COMPAGNI DI CASA DA PERUGIA
VIA TUTTI I FIGLI DA NOVI LIGURE
VIA TUTTI I VICINI DI CASA DA ERBA
(Emiliano Faccardi)
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